Vent’anni in prima linea

All’inizio pensavo fosse più facile. In fondo, mi dicevo, che ci vuole a mettere un pò d’ordine. Ma non riesco a recuperare documenti che ne trovo altri: sono sommerso. E chissà quanti mi sfuggono e mi sfuggiranno. Forse non mi rendevo conto fino in fondo di cosa significasse stare per vent’anni in prima linea (e…per fortuna le tracce web partono solo dal 2000, cioè si tratta soltanto di dieci anni). Lo ripeto spesso come battuta, ma ripassare tutti gli eventi che mi hanno visto in situazione privilegiata, da testimone, non è semplice. Intanto perchè il mio lavoro è stato (è) pubblico su una testata come il Tg1 vista da tutti (e di cui tutti amano parlare, nel bene e soprattutto nel male, un pò come la nazionale del giornalismo televisivo italiano). E poi in alcuni casi ho sfiorato  addirittura l’esser protagonista, non solo testimone, scatenando plausi oppure critiche. Cito a memoria Farouk, Baldoni, il caso Scajola, la Diaz a Genova. Aggiungete l’intensa attività sul web, quattro libri scritti, un pò di convegni, un tot di premiazioni, qualche serata  e il quadro è chiaro. Non pubblicizzo molto questa ricerca perchè la ritengo soprattutto un patrimonio personale. Uno sguardo al passato che talvolta mi fa sorridere e molto più spesso mi fa imbestialire: ma è troppo tardi per rispondere. Come a quell’imbecille che ha scritto in un blog che durante il sequestro di Enzo ero “embedded”. Infatti a Najaf  eravamo scortati dai militari… Mah, forse non gli avrei risposto neppure allora se me ne fossi accorto.

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